Accampamento 14 – I clandestini

L’artista denigrata dai critici locali, fa installazioni virtuali in altre lingue e alla faccia di un esemplare bellicoso di regina che il mazzo vuol sabotare, desidera evadere in altre, meno note direzioni. Coltiva la curcuma sul balcone e custodisce tarocchi clandestini, come graditi ospiti in esagrammatici luoghi della mutazione. Nel suo labirinto a doppie pareti, con passaggi a scomparsa nei trompe-l’œil pluviali, nei pavimenti cinetico luminosi, nei vuoti cronotopici nanda, irrompono sciami di vespe che si fan sillabe urticanti, difendendo gli ospiti dagli intrusi, sfuggiti alla security. Detti ospitati si muovono, non visti, passando da stadi materia con il bagatto giocoliere alla guida, ricomparendo indenni da distorsioni d’anamorfosi. Tra questi clandestini un paio sono arcinoti, un tale H. R. Marcel e l’altro suo compare, il monologante James.