cut up # 200

ricalcare la polvere con la carta dei carbonari. mentre rilasciano documenti in ritardo ritardare a propria volta, sbagliare riunione di lavoro e fila per l’attesa, sapere che le canne al vento fanno, più che musica, rumore. in barba a tanto vecchio decadentismo. rilanciano anche sul nero e sul rosso, alternativamente, per non avere più a che fare con il lavoro. si parla sempre di brevi interruzioni, divorzi che preludono ad altri matrimoni. spesso celebrati nei dintorni di Salerno. e comunque le canne, al vento, fanno rumore. non lo fai tu, il rumore, sono le canne. e nessuno ti segue, ora, nel campo. sarà il vento. quello rumoroso, non quello musicale. sarà la paura, la mania di controllare tutto, di tenere tutto sotto traccia, sotto occhio.
è opportuno tenere frequentemente delle note di tutto quello che accade, per igiene mentale, per non essere sopraffatti o confusi e poi fare i conti, i confronti con le note prese da altri, in esterno. vedere se combaciano. tenere delle note, dei diari, degli appunti non rende comunque te speciale più di altri, ma rende speciale quello che è intorno a te e gli altri. è un gioco di posizioni, di posizionamenti.
ora puoi gettare il biglietto e mangiare il bacio perugina.

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