NELL’INFRASTRUTTURA DEL SOGNO EPIDERMICO

Un riduzionismo.

Nell’infrastruttura del sogno epidermico.

Nel tessuto sottocutaneo mentre si attua un rapido sovvertimento nel design [saturo di colori e linee incombenti].

Un indicatore del tempo afferma che i passaggi sono a tratti sovrapponibili. Anomalie nei porti, nelle sale acerbe retroilluminate, sui gradini manierati e fermi dove l’imborghesimento ha trafitto i segni dell’indelebilità in uno scrigno compatto e ri-cosparso di scelte.

Forma aerostatica sulla mano ardente.

[O nel volto ombroso liberamente distorto in virtù di una natura o struttura contrattile].

Volto di salubrità cogente. Di promessa diffratta e mitica poi rivalutata risolutamente nel rimbalzo del soffio portatore di sottili insegne per una rivendicazione (o per uno stato di allerta non circoscrivibile). Rarefazione osmotica.

C’è un detrito  o vento diluibile per una creazione che dia alimento al bosco dell’incolumità senziente- magica [rivolumizzante].

Alito che sottenda la neo-vibrazione fresca di un sapore o lascito che dia spazio al dono di un contatto ancestrale: privo di sbavature, carico di energia tastabile non digitalizzata.

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