La Finta Foca Monaca, come la sua consorella foca monaca, ha un corpo cilindrico assottigliato alle estremità, una testa rotonda avvolta in un soggolo ben inamidato e pinne costantemente giunte in preghiera. Dal punto di vista morfologico i due animali sono identici. Sul piano psicologico invece le differenze sono profonde. Infatti mentre la foca monaca mette la propria vita al servizio del mondo, l’esistenza della Finta Monaca è una tagliola pronta a scattare sull’ingenuità del prossimo. Approfittando della somiglianza con la consorella, avvicina pesci e altre creature acquatiche con la scusa di voler essere loro d’aiuto: “Attento, hai una pinna slacciata”, oppure: “Ti è finito del plancton nell’occhio, aspetta che te lo tolgo”. Appena il malcapitato si lascia irretire, la Finta Monaca spalanca veloce la bocca e se lo inghiotte senza rimorsi.
Un fatto storico che la riguarda. Nel 1793, durante un discorso alla Convenzione nazionale, Robespierre paragonò l’operato dei Girondini a quello della Finta Monaca. Definì i suoi rivali politici “poco rivoluzionari e inclini al tranello, come tante finte foche monache in congresso”.