Ognuna di queste storie (che siano di navi, di treni, di mongolfiere o di jazz, non importa) è anche politica.
Quando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti s’imbarcarono per emigrare, quelle due navi trasportavano oltre a loro centinaia di persone che avevano ognuna una pena e una speranza nella mente. Tutte quelle persone si sentirono bestiame al momento dello sbarco e dello smistamento.
Sappiamo di Sacco e Vanzetti, del loro coraggio e della loro dignità, sappiamo della loro innocenza. Penso anche ai loro compagni di viaggio, ai moltissimi che negli anni successivi s’imbarcarono e ancora s’imbarcano.
Il Principe di Piemonte e La Provence avevano l’Atlantico sotto la chiglia, l’angoscia nelle loro pance dove i motori bruciavano (senza risolverla) miglia e miglia di secchezza nella gola.