da I GIORNI QUANTI (92)

I difficili giorni del ritorno. Perché niente vada perduto. Non della mia biografia o esperienza personale ma, in un certo senso, della biografia delle cose. Quello che mi accade è tra i miei occhi. Sottoterra la marmellata nera avanza, come un vulcano si è svegliata, ha ripreso a lievitare. Bisogna insegnare ai figli, con distacco, la geografia del corpo. Per non far pesare l’innegabile diversità, l’innegabile menomazione che impedisce loro di urinare e, nello stesso tempo, per franare la rabbia che ci riverseranno. Bisogna crescerli come se i lenti, attenti movimenti muscolari cui sono costretti, piegandosi lentamente e tirandosi la lingua da una parte perché l’urina possa essere vomitata dalla bocca, sembri un gesto come tanti altri, liberatorio e in grazia di dio.

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