Gerundio abissale l’angelo
Salatissimo grugno
Resine senza boschi.
In me moriva il senso del credo
La giungla dell’armonia senza
Scritture, solo un lascito
La feritoia scarlatta del vanto
Vanesio esteta di pianto.
Appelli corsari credere
La fiaccola spenta da tanto
Dolore in coma. Nessun senso
Di domani ci sarà al palmo
Con la lucciola posata, nessun aiuto
Nel siero di morire giovanissimi.
Nella fossa comune c’è finto l’angelo
Assassinato dal dolo di abbracciarlo
Noi elmi di sangue con la guerra
Sempre prima marca. Mi manca
La carta del lasciapassare il visto
Universale del forzato occaso.