QUESTO SOLE

I campi di stoppie, l’ombra esile di una quercia camporile, niente vento, nulla in testa – solo una voglia d’acqua e frescura, di pioggia o grandine addirittura, la grandine che sciupa la natura docile della coltura civile, delle viti in filari, degli ulivi, dei fichi verdini e tardivi. Riarso, colline …

Accampamento 13 – La vuota santità

Le anarchiche, eeeeeeeee, decorano il bordo del manto azzurro della grande figura in cartapesta. Alta 8 metri con una base circolare di 3,5 metri e l’interno cavo, può contenere un giaciglio. Molte altre, almeno 14, sono state insieme utilizzate, aprendo sul retro di tutte, un passaggio. Recuperate dopo il parziale …

SONETTO PER SUONATORE DI VELLUTINI

non lavorare stanca di più fatica doppia è fingere e se mi tengo in un niente è tutta lingua fiscale   in uno slang più vistosa sarebbe la cosa un tom tom africano maestro di stoicismo   industrialmente evoluto svelto finanziariamente preoccupato di tenermi   aggiornato nella forma mi stanca …

C’ERANO OGNI GIORNI MENO PIATTI

c’erano ogni giorno meno piatti, nel lago, ma quelli che io pescavo li rimettevo subito in acqua perché non potevo soffrire le fitte improvvise che sentivo nei piatti quando si rompevano. la loro prelibata manifattura attirava ogni genere di professionisti e amatori, compreso un mio amico che aveva già diversi …

CALCARELLE

Chiamatemi con il mio nome scientifico: io sono Altopiano nord, Altopiano sud, Altopiano est, Altopiano ovest: sono un quadrivio autostradale. Mi cospargo di sale, brucio riarso dal Mezzogiorno. E sono cieco da un occhio. E canto. E come tutti i ciechi che cantano chiudo anche l’occhio buono e azzero ogni …

IL VESTITO BIZANTINO – 43

Non viene già più la rondine amicale Calvizie di un dolore senza tempo Quando giocava col mio talamo La lingua celestiale di capire. Impegno e struttura oggi lo scatolone Dove è nascosto il micio di casa Invece delle pallottole del suicidio. A mano a mano torni la vittoria Dell’esule campestre …

ZAMMARA

Una corda del Titanic taglia in due la vista terrestre. Senti suonare il mare. Il suo canto è inebriante. Ti raffredda i piedi, caldi. Soltanto cappuccini. Eppure non sento capre belare sulla spiaggia nera. Solo gechi. Dappertutto. Loro si che sanno flirtare. ‘A Zammara è mia. Potrei rivendicarne la proprietà. …

TENTARE

tentare in subsonici riferimenti alquanto faticosi soppressione livelli termici ordini astratti in ordinodetti e avanza l’incolto frangilometro a distanza numerica altroparlante riflesso so so anteposto e sfugge al sospetto d’asma bi-alettica o terminale ellittico   qui si aggrappa     (da CONTRASTI, 2012)

IL BAGNINO DELL’INFERNO

Forse non tutti sanno che anche le anime dell’Inferno dormono. Ovviamente è un sonno agitato, pieno di incubi, frequentemente interrotto da risvegli, sospiri, dolori e rimpianti. Comunque a me piace svegliarmi presto, quando il sole fa capolino sul mare di lava, per scendere giù sulla spiaggia, mentre le altre anime …

da I GIORNI QUANTI (76)

La cesura. Ho sempre voluto curare le ferite con la penicillina. Era la polvere magica della mia infanzia. È stata un titolo, una stella madre, la mia nipotina. C’è forse un piacere maggiore se riesci a scrivere un romanzo come Jeanne Buscemi o Carolina Invernizio: perché si chiamava Carolina?