da I GIORNI QUANTI (50)

“Per un cieco una strizzatina d’occhio vale un cenno del capo”. Sono rimasto a Palermo per farmi rimettere a posto la caviglia, convinto che non c’era posto migliore, per principio. Ma non l’hanno messa a posto così bene. Lo capisco vedendo l’altra caviglia. L’altra caviglia me lo dice. Ti sei …

Wahnbriefe

Ho affidato la mia firma a troppe misere carte: fogli ridicoli, frammenti disordinati di illusioni frenetiche. In preda ad un’estasi folle ho dichiarato amore odio paura e altre sciocchezze su lettere che mai più ho visto o sentito nominare, e forse anche chi le ricevette non sa più dove cercarle, …

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tornando all’allegato   vi si sorprende uno schizzo sommario delle fasi di un possibile riavvio della corrente quale che sia   quando si compia lo sforzo di riesaminarla nei particolari sono impegnati in un continuo cercare  la parte stanca della corrente di cercare i tratti più arrendevoli della corrente non si stancano …

G H %

Il viaggiatore insonne L’uomo biscotto   Portai scarpe invernali anche d’estate Ti disfacesti   Le braccia riattaccai al tuo tronco Le orecchie alla tua testa I piedi alle tue gambe   Portai scarpe invernali anche d’estate Con fiamma ossidrica e martello ti saldai

SCAFFALE 108 – 150505

Null’altro che camminare in silenzio per recuperare qualcosa di sé Parmenide, il pensiero di fermare il tempo Ho il cielo sotto i piedi (dalla vita non ci si deve attendere nulla, in fondo si tratta solo di “fare”… nella vita bisogna fare, perché in effetti non c’è altro da fare!) …

RISVEGLIO

La mattina per svegliarmi ho bisogno di fare a pugni. Così di buon’ora, quando ancora il cielo è livido e circola solo qualche camion nella nebbia, scendo in strada ed entro nel primo bar che capita dove di solito a quell’ora trovo un camionista o un giovane professore che fanno …

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vento porta alle cose ai campi con questi vermi assieme a vedere manichini espliciti che sono ammazzati. I tuoi messaggi dapprima con vista sul nulla dove non puoi trovare informazioni. poi: nessuna informazione ancora non credo che nulla venga assorbito e lo strato superficiale non è possibile, non più   …

PARTI-TURA 4.

Se parla la pianta, fa politica, inscena il ventriloquo verde, desidera e cammina nei paraggi zigzagando, disinibita sopra e sotto. Del pulsar elettromagnetico intercetta le rapsodie, il rammendo lasso dei fossati. Punge il divieto con la crocchia e, all’erba mai tagliata, non esonera la ricaduta a margine, né la rabbia …