INGABBIA

Una gabbia mi contiene. Me l’hanno costruita a gusto loro. Perché camuffare una violenza inascoltata? Ripeto lo stesso percorso mille volte al giorno. Chissà se scoprirò qualcosa di nuovo, un giorno. Non si stava poi così male in cattività. Almeno risparmiavo le palle del nutrizionista. C’è un muro giallato di …

da I GIORNI QUANTI (77)

Ho visto Anna al supermercato e non era Anna. Però ho parlato con suo padre. Gli ho chiesto, come? anche lei in questo supermercato? E gli ho stretto la mano. Non era nemmeno il padre di Anna.

CITTADINA CON TORRE NEL NOME

poi si ricorda di loro, se si ricorda di loro, anni, c., mare, si ricorda di loro come, pezzi tra le icone, come, il nero che sta negli spazi tra le icone, si ricorda di loro come, ripete, i margini su cui confine e nero fra quelle icone fanno fare …

I GATTI BIANCHI SONO CIECHI

Igino Botteri tira fuori dall’armadio un completo spinato che ha il suono cristallino della canfora e odora di cellophane. «Hai stirato la camicia?» «Nell’armadio, è là appesa.» «Dove? Faccio tardi, mamma.» «Guarda bene, Igino. Tieni gli occhi delle bambole.» «Guardo, guardo.» Padre operaio, madre maestra elementare, Igino, che ha trentatré …

IL NULLA NON FINITO ERRORE PER NATURA

il nulla non finito  errore per natura doppi lo strumento con la voce ci barcollo e vomito tutto il nulla non lo dirò con le parole non riesco a vedere i suoi occhi una vampata: scordo lo strumento         (da A sciame, Arcipelago Itaca Edizioni, 2023)

MOLTE DITA

Mi trovo troppe mani attaccate alle braccia, troppe unghie. Ho troppe sopracciglia, troppi nasi. Fra le mie molte dita saltella una cesoia gigante. Sono un potatore di poligoni, infatti. Se taglio un lato a un esagono, ad esempio, in due secondi lo faccio diventare pentagono; ma nella furia, se capita, …

GEOMETRIA DELL’OLFATTO

La temperatura segnava 25 agosto 1983 e ormai ero cieco. Mio fratello mi aiutò a scendere i gradini che portavano in cucina. Sapevo che c’erano il tavolo, le sedie austere, la bocca larga del camino, gli olmi lividi oltre le finestre, il marmo macchiato di vino. Frinivano le lame, Amalia …

QUESTO SOLE

I campi di stoppie, l’ombra esile di una quercia camporile, niente vento, nulla in testa – solo una voglia d’acqua e frescura, di pioggia o grandine addirittura, la grandine che sciupa la natura docile della coltura civile, delle viti in filari, degli ulivi, dei fichi verdini e tardivi. Riarso, colline …

Accampamento 13 – La vuota santità

Le anarchiche, eeeeeeeee, decorano il bordo del manto azzurro della grande figura in cartapesta. Alta 8 metri con una base circolare di 3,5 metri e l’interno cavo, può contenere un giaciglio. Molte altre, almeno 14, sono state insieme utilizzate, aprendo sul retro di tutte, un passaggio. Recuperate dopo il parziale …

SONETTO PER SUONATORE DI VELLUTINI

non lavorare stanca di più fatica doppia è fingere e se mi tengo in un niente è tutta lingua fiscale   in uno slang più vistosa sarebbe la cosa un tom tom africano maestro di stoicismo   industrialmente evoluto svelto finanziariamente preoccupato di tenermi   aggiornato nella forma mi stanca …