CONDOMINIO IBERICO

Non c’era estate che nel condominio non ci si montasse la testa con la penisola iberica. «Franza o Spagna
purché se magna» gridò Orazi del terzo piano della Scala C. Previa richiesta in carta bollata, alle gemelle
Venditti, allocate al civico 7 dello stabile di fronte, fu consentito di partecipare con belletto e costume da
flamenco; Domenico Romoli, il gestore della salsamenteria di via Accademia, arrivò con un Patanegra,
sua moglie Clara si era incollata uno sgabello, Livietta, la figlia quindicenne, la morsa, e Paolino il
tagliere. Il toro sarebbe arrivato alle sette del mattino successivo da Pamplona. Per tutta la notte Fiesta
grande, balli e canti. Il giorno dopo, sullo spiazzo antistante la parrocchia di S. Silverio, il ragionier
Sabetti legge, a me, agli scout e ai i condomini scampati alla furia del toro, un trafiletto pubblicato sul
giornalino di quartiere. L’occhiello recita: Prognosi riservata per l’ex portiera Ivana Latilla. Titolo: LA
NOTTE BRAVA DEL CONDOMINIO DI VIA VERDI.

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