D’odore del mare. Mi riempivo di narici e sale fino a sentirmi male fino ad annegare salinato
fino al culo squartato dai venti di libeccio. Sapori inediti mi drizzavano la schiena fino a
scoppiarmi il cuore. Erano di verde giallo rosa i colori d’arcobaleno che si tingevano nelle
palpebre al balzar degli stati più che emotivi di assurdi motivi d’ingegno d’un infante perduto
dentro sé. Era il canto di un gabbiano a salare le ferite aperte squarciate dalle fiamme fino a
sentirsi vivo. Fino a sentirti mortale. Non lo sento più da allora. Ti sto cercando. Fino al
mare.
FINO AL MARE
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