PRIMO PASSAGGIO ALL’ALBA DI AFRODITE

Nel profondo di un frammento di una delle mie ossa morte succedeva questo: un signore, con il dito indice della mano si contava le cinque dita del piede. I suoi occhi guardavano per terra, poi, a ogni conta, l’orizzonte, come in effetti ci si potrebbe aspettare. Più contava, però, più qualcosa non tornava. C’era sempre un libro che spariva, un pelo di persiano che cadeva, c’era sempre una transaminasi che non riusciva più a marcare. All’interno di quel piccolo pezzo d’osso ripeteva: sette vite uguale sette morti, sette morti uguale sette vite, come in effetti ci si dovrebbe aspettare. Camminava in uno di quei buchi che hanno le ossa morte e salutava. Buonasera Armando falegname, buonasera maestro Erasmo da Matera. Buonasera orecchie, che ora siete conchiglie spente.

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