FIGURE CHE NON ESISTONO

 

Nel buio della sala di un cinema porno un uomo prova a creare figure che non esistono: un rettangolo che è anche un esagono, un’addizione vista di profilo, una clessidra la cui sabbia scende e sale contemporaneamente. Impossibili da concepire in questo spazio. Ma ipotizzandone uno diverso, cosa che può ammettere, visto che quello in cui vive l’ha trovato bell’e fatto e poteva, invece, essere in qualsiasi altro modo; ipotizzando uno spazio in cui un suo dito possa indicare nello stesso momento dieci direzioni diverse, e che le dieci siano al contempo una sola, figure di quel tipo sarebbero plausibili. Quello che lo sconcerta, però, sarebbe la realtà soffocante di quei luoghi irreali. Dove ogni oggetto lasciato cadere nel vuoto assumerebbe tutte le forme prima di toccare il suolo, rendendone nullo ogni utilizzo. Compreso un rettangolo che è anche un esagono, un’addizione vista di profilo, una clessidra la cui sabbia scende e sale nello stesso tempo. Compresa la forma di un uomo che nella sala di un cinema porno, in questo istante, prova a creare figure che non esistono.

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