settembre 94
il gatto insegue la foglia
copre il giudice scruta
la virgola aspetta il punto
arrivo qui
un po stanco mi fermo
sembra e lo fa
apre una porta al buio
è carino quando si piega così
l’asse avvitato sfreccia
prendo il treno delle tre stelle sorelle
si gira a vedere se il muro resiste
morì in galera
sopra ci scrisse
che è meglio in moto
se serve non riscalda
i capelli dei compagni di finestra
dove c’è luce se luce vuoi
non rispondo a chi mi scaccia
la mela cade male
la sera raggira la gonna
fiuta haydin scrive
andiamocene
vieni
scosto il rumore
dal luogo offuscato
copre la montagna
salgo l’alba pensante
l’ufficio è l’atrio coricato
attorno sviluppa
colore nuovo
in questo paese a comando
provo la biro sull’accordo
mondiale allargato
una tomografia assiale
la ringrazio miocaro
le olive tra fotoni spenti
gli stipendi bassi
più in basso le puzze
nella latrina di maiolica bianca
dello stesso poeta
spesso in questi anni
fermo al volante
se il corpo va
nulla so dei calibri
maggiorati
i magistrati
col parere della cosa
che a ogni smentita tace
in cucina la donna
il pomodoro nella stalla
va tranquillo
sul terrazzino
c’è il gelsomino
incomprensibile il sole
precederà la matassa
che meraviglia
fermo per carità
vedremo
il molto
di tutte le voci
signora con figlia
ogni ora
é canora
nei viali
l’eritema del sistema solare