“Intòmbati. Hai capito bene, intòmbati.” I passanti la guardano mentre grida contro la grande palma al centro della piazza, sotto cui bivacca da mattina a sera, col vinello al tetrapack e gli occhi opachi come le vetrine di un negozio in rovina.
“Sì, intòmbati.” La palma non reagisce quasi mai. Solo nelle giornate ventose agita le fronde, ballando una specie di shimy.