monologo esteriore n. 2

non farmi tornare indietro ti prego
le serpi che si annidano sotto ai vasi
aspettano che accenda la luce
per fare un party nella mia testa alla bocca dello stomaco
ora sto bene ‒ mi sento un acrobata in equilibrio
quel peso che ogni giorno trascinavo al guinzaglio come un cagnolino
si è liberato di me
è inverno e non ho neanche freddo
ti imploro di non riportarmi indietro
sognavo una mongolfiera a notti alterne e picchiavo mia sorella
mentre dormivo ‒ non ho mai saputo se i suoi lividi al risveglio
[fossero i miei
non voglio mangiare il mio fegato nella scodella del cane
e scodinzolare in piazza agli ubriachi all’uscita dalla messa
ti prego di andartene senza di me anche quando tremo di febbre
da ieri sono contenta ‒ no solo da qualche ora ‒ forse
domani lo sarò di certo
scaccia via l’ombra dell’ombra ‒ ti prego
mi stanno morendo le dita e non potrò più scrivere
cosa accadrebbe se mi morissero anche i piedi e non potessi più
[camminare?
mi è sempre piaciuta la poesia più della vita e le montagne
[più del mare
il tempo non cambia le cose ma consuma gli scarponi
seppellirò gli stivali da neve di mio nonno
in una bara di parole verdi color dolomite
e appagherò la voglia di inventare passi per camminarci sopra
la pace in cui mi lasci è desolata ma calda
non so chi tu sia ‒ non ti conosco e non ti vedo
ma ti prego

 

 

(da ERRORE CRONOLOGICO, Il Convivio Editore, 2023)

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