PARE PAPEROPOLI

«Pare Paperopoli» disse l’ingegner Silvi alla vedova Perilli. Dopo la sequela di furti subiti dagli inquilini del piano terra e del primo e secondo piano delle diverse palazzine, si arrivò a pensare che i colpevoli non potevano essere che i cloni. «È stata la banda Bassotti, la famiglia dei Calvario» continuò Silvi, piccato. Se si prendeva il metro e si misuravano i componenti della famiglia Calvario non si superavano i tre metri. Erano tre maschi, bolsi e sgraziati, tutti identici al padre. Pure moglie e figlie in una settimana e un tris di numeri palindromi, bordati di rosso, cuciti a mano sui dolcevita sintetici.