Entre dans la salle des sons pour enregistrer la voix de la vie
C’è un rumore di forme nell’aria, un suono triangolare che fa diapason al tempo. Come un battito d’ali ricomposte dopo che la fisica le ha aperte per sorreggere il corpo, una poesia geometrica in cui cuore e fegato s’incontrano in enjambement di verso. Il cielo bussa alla fronte e ritma di fiato le immagini, i pensieri: squadre di sequenze sul rullo indaco di nostalgiche fortune. Sulla finestra il gesso stride e incide il ciclo dell’occhio, iride e ciglia, cristallino in profondità. L’acqua gorgoglia nel consumo di bolle e l’eco si spiana tra tavolo e parete. Un ultimo scricchiolio di sedie, al sedersi delle parole.