IL PIFFERAIO MAGICO

«Topo!» l’urlo di Maria Adele rimbalzò in cortile, s’inerpico sulle gronde in un baluginio di rame, lisciò ringhiere e portavasi e, dopo un tintinnio di antenne sulla terrazza condominiale, ridiscese pigro e s’insinuò tra le fughe dei marmittoni. Le vocali rimasero a galleggiare a mezz’aria, una eco appannata di infiorescenze e foglie verdi di ortensie. Intanto il topo si era dileguato in uno sbuffo di coda tra gli oleandri dell’aiuola, e da lì, difilato, nel primo tombino. Armata di scopa, la vedova Perilli si materializzò in cortile mentre il mezzosoprano Gioia Rattazzi, nella sua tunica bianca, in posa da polena, dalla loggetta dell’ultimo piano, allargò le braccia e intonò il tema di Titanic. Near, far, wherever you are | I believe… Fu a quel punto che irruppe la fanfara guidata dell’amministratore. Apriva le fila lui medesimo al flicorno, seguito dal quindicenne Tonino al flauto traverso, dalla piccola Ludovica al clarinetto e, a chiudere, un tappeto di note cupe di Gabriella sua moglie all’oboe. Nel frattempo, i residenti si erano radunati in cortile, effetti personali e animali da compagnia al seguito, pronti a evacuare l’area infestata. Una volta approntati i sigilli, un’ordinata fila di tre ordini di condomini, suddivisi per scale, seguirono mugolando l’amministratore fino al ponte. S’ammassarono dove il fiume curvava e formava un’ansa e, mentre Tonino, deposto il flauto traverso, dirigeva la banda, l’amministratore facilitava le manovre utilizzando il flicorno alla stregua di una paletta da vigile urbano. Maria Adele ci mise non poco a vincere le sue ritrosie. Fu solo grazie al ragionier Baldi che si convinse a entrare. Uno dopo l’altro, convinti fosse il Gange, si immersero nell’acqua fredda e limacciosa del Torbiano. I topi, mentre sul condominio calavano le prime ombre della sera, iniziarono a ballare a scapicollo dalle cantine alle soffitte, a tempo di swing.

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