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Mi cerco su tempi lontani

 

 

[Aprile è il più crudele di tutti i mesi. Genera
Lillà dalla terra morta, mescola memoria e desiderio
(scriveva Eliot)

 

 

la via lunga dell’intoppo tra magiche aspirazioni dove A
diceva di andare oltre la pagina segnata

oltre ogni respiro – allo stendersi del fiato e

mi perdo nell’inganno l’insopportabile leggerezza di un
cielo capovolto alle spalle lontano da ogni minima

percezione di vuoto

la tentazione del gesto orale

in questo tempo parallelo

mi nasconde da una pace inquieta un dopo.

 

a capo

siediti accanto al punto di giunzione un passo

dopo l’attesa – canterai per me questa

percorsa incertezza lì nei punti della caduta

questo niente che ci accarezza

di rare rarissime accensioni e ti parlerò del mare di notte

nella parola jour (giorno)

sotto la pioggia e il silenzio tra lettere di fuoco

dell’oceano. Il sole tramonta e questa disaffezione

d’anime mi irrita come il gelo che

scende adesso dalla montagna

fragile universo

ecco il vento opposto

le notti incompiute

i brividi dell’accortezza

 

 

(da KHAMSIN – frammenti di scrittura – Marco Saya edizioni, 2021)

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