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Ogni mattina è una giornata storica

Fuori la pioggia scende come una mandria, si spezza sulle cose e scuote il mondo

Oh madre mia (la tempesta)

Serataccia schifosa, tutti i miei diavoli son così tristi

Siamo costantemente esposti ai rischi dell’abbandono e del naufragio

(sollevando il bicchiere al cielo)

Vediamo di trovare un posto nel grande schema della vita, maestà

I venti contrari prevalgono sui venti di poppa, Galileo

Così pare, Maestà, il mondo è disincantato

(ciascuno fa quel che può)

E io che posso? (poco, troppo poco)

Troppe forze congiurano, se ci sono novità chiamami, Galileo

Siete un irresponsabile, siete colpevole, maestà, peccate, così egoisticamente isolato

L’artista

(perché mai l’arte dovrebbe venire esentata dal rendere conto)

Dovete pur condurre questa benedetta nave, dovete comandare, vi dico

Forse che la vostra magia artistica porta alla conciliazione? (superando la disgregazione)

No, Galileo, perenne infelicità

La coscienza è in lotta (senza conciliazione)

Superate dunque l’opposizione tra il soggetto e il mondo

Rinunciate all’essere per sé

La vostra utopia deve essere l’esito di un progetto politico

Lo spirito diventi coscienza gioiosa e l’arte diventi spirito di conciliazione

 

 

(Da “La questione del Gatto”, inedito)

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