MATTHIAS GRUNEWALD, 7 MINUTI di Gaetano Altopiano

Mentre guardo (osservo, sarebbe più corretto) il verde impressionante della pelle di Gesù nella sua Crocifissionee nella sua Deposizionedell’Altare di Isenheim, convincendomi che non ci sia altro pittore che abbia saputo meglio dipingere la “putrefazione” della carne, mia moglie chiama un amico per chiedergli notizie della madre (ricoverata con seri problemi in ospedale). Sono le 09:39. Nell’attimo in cui chiude la telefonata (09:43) la sento emettere un respiro di rassegnazione. Niente di buono. Di Grunewald si sa molto poco, neanche il nome è certo sia veramente questo, forse Gothart Nithart, forse un altro ancora. Intanto osservo (controllando, sarebbe più corretto) il corpo pustoloso dell’uomo in basso a sinistra nelle tentazioni di sant’Antonio. La parte più ripugnante riguarda la zona ombelicale: un’infiorescenza cimosa, come un enorme foruncolo da adolescenti. Col mouse ingrandisco, ingrandisco. Ingrandisco ancora. Il foruncolo ha dimensioni vulcaniche ora. Sono le 09:46. 

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