Passeri acquattati sulle foglie, corvi avvinghiati ai rami, ignare farfalle della notte, ulivi scampati al fuoco cercano inutilente scampo alla morte. La lama del decespugliatore si chiama coltello, trancia cieca a velocità della luce. Il coltello impazzito centra l’occhio del suo manovratore e dopo l’occhio, per pietà, anche la testa, attrezzi animati da livore luddista si rivoltano contro gli umani artefici della meccanizzazione.
E ancora, passeri acquattati sui corvi, farfalle avvinghiate ai coltelli, alberi lontani anni luce dalle loro radici, nomadi stanziali, uova generatrici di uova, il perfetto stallo nell’esibizione del movimento boccioniano, ride chi ride per ultimo, perché è proprio col riso che si ferma il tempo. Il traguardo non raggiunto azzera il passato venturo. Così chiudiamo gli occhi ai morti perché la pietà è paura.