STORIE DEL SIGNOR JFK (18) di Francesco Gambaro

JFK fu attaccato dai cani mentre traslocava una pila di libri Adelphi dal piano terra al seminterrato. Non erano cani selvaggi, piccoli cani bastardi, inferociti perché su un ultimo ramo di ulivo non erano riusciti a stanare una grossa gatta macchiata. Cani di vicini, malaemmaestrati e senza guinzaglio. Per difendersi, mentre quelli si sgolavano abbaiando, lanciò loro il più alto libro della pila, quello che gli sfiorava il mento, un Che ci faccio qui? di Bruce Chatwin. Poi Lolly Willowes, di Sylvia Townsed Warner, che per un po’ li placò. Per paura non placata, JFK continuò a lanciare contro altri libri, fu la volta di Agli dei ulteriori di Giorgio Manganelli, eppoi di un Van Gogh di Antonin Artaud e del primo Oliver Sacks dell’Uomo che scambiò sua moglie per un cappello. A quel punto, visto che i cani si erano del tutto zittiti, qualcuno addirittura cominciava a sfogliare con gli occhi i titoli, JFK continuò a liberarsi della pila, posando delicatamente sotto i loro musi, La resurrezioine di Alexander Lernet-Holenia, Gli Asiatici di Fredric Prokosch ma, la vita di poeta di Robert Walser se la trattenne in mano, ridiscendendo lemme lemme nel seminterrato, cominciò pure lui a leggere, come un cane, ripensando a quando parecchi anni fa, partì per la prima lunga gita, nella quale rammentò di avere visto una quantità di cose straordinarie e belle.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

quale magnifica (da INSETTI 2002)
il pianeta sta per chiudere quale magnifica condizione   l’associazione degli agonizzanti lambisce frenetica il periodo Read more.
COSE DEMENTE
parlo, io, invece, parlo come fosse pioggia, temporale di parole, parlo sempre, io, niente zitto mai, giusto il dormire, che Read more.
da I GIORNI QUANTI (111)
Di un collega al giornale racconta il fotografo. Via Mariano Stabile, tarda mattinata domenicale. Avevamo finito, avevo le fotografie, saremmo Read more.
monologo esteriore n. 4
non ho ancora imparato a pensare un pensiero alla volta con queste maree che inondano me tra la cucina [e Read more.
SONNO
Stiamo dormendo e mentre mi abbracci diventi un manichino. Diventi leggerissima e galleggi nell’aria. Siamo circondati dalle acque. Siamo circondati. Read more.
da DIARIO PALERMITANO (13)
Fragore assordante. Forse è caduto un palazzo. Con il motociclo svolto a destra; alle spalle, fumo e polvere. Svolto a Read more.
CHI SONO
mi chiamo Ettore Bultrini, di professione estrattore. C’è un ritorno di minaccia nella parola che designa il lavoro che faccio, Read more.
IL VESTITO BIZANTINO – 72
Morirò col fiato al collo E da sùbito figuro di perdermi Nella manciata di anni che mi offende. Cialda amara Read more.
L’ANIMA DEL GATTO 6
Si disse tra noi arancio trifogliato spinosissimo e fu già sopra ad ogni ramo, attendeva già al mappale dieci della Read more.