ora che (17) – marzo 1980 –

– torno al mio lavoro di fante scelto

– non c’é posto per me sulla strada

‘oggi pomeriggio perché non vieni al cinema con noi?’

‘a vedere cos?’

‘il mozart di losey’

‘perché non facciamo i mastini di dallas che e meglio?’

– i miei amici ridono ma sono d’accordo verranno a prendermi tutti nella polverosa renault 5 dell’architetto andremo al metropolitan cinema-ambulatorio di prima visione a vedere le tigri di dallas

– saremo anche compiaciuti della scelta

– saremo anche sorpresi del fatto che un filmetto di merda abbia tanta misura dialoghi cosi spiritosamente letteratissimi e attori quasi-autori

– a maggior ragione per cosa mai dovrò uscire di casa o starmene in giro lontano dalla porta

– perciò preferisco le operazioni militari sotto il grande tavolo nella grande sala delle riunioni nel livello più profondo del bunker atomico con le forti luci solari che fanno ombre nette e perfino attutiscono il suono delle parole delle voci potenti dei nove giganteschi supergallonati piegati tutt’attorno sul tavolo a tallonarsi gli ultimi angoli di mediterraneo ancora utilizzabili

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