CONSIGLI A UNA GIOVANE ASSASSINA

Sfodera la tua arpa da fuoco e colpisci. È arrivato il tuo tempo, Annavanessa. Il tempo di quelli. Non farti intimorire, colpisci a caso. Se il coltello è storto, se la pistilla è scarica, tu colpisci lo stesso. Colpisci anche se hai le mani occupate, gli occhi bagnati, i piedi assenti. È arrivato il tuo tempo. Colpisci le inferriate, le lampade alogene, gli scorpioni, i girasoli. Uccidi tutti i sassi che incontri nel cammino, uccidili uno a uno. Camminando, ti renderai conto che sei tu, proprio tu, a creare il mondo di cui stai facendo esperienza. Crei il mondo e al tempo stesso lo percepisci. E lo uccidi. Capirai tutto questo così, all’improvviso: un minuto prima non lo sapevi; un minuto dopo, sì. Allora colpisci, spara, accoltella. Cammina. Vivi. Che il tuo assassinio sia autofagico, che somigli a una congestione di ghiacci.

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