seduto sullo scalone
di un mulino abbandonato
guardo l’interno di una salumeria
l’impiegato che affetta
l’ambiente
illuminato dai neon
le persone che guardano
nell’attesa
come se guardassero una spiaggia
dall’interno di una prigione
una settantenne e passa
con un cappottino rosso
un uomo taciturno
con il viso butterato
un pensionato tortuoso
una madonna con bambino
un cagnolino accucciato
e intanto
l’impiegato affetta
o grattugia
finisce di affettare
o di grattugiare
incarta
evoca silenziosamente
uno scontrino
chiede
chi è il prossimo
risponde con un cenno
al saluto di chi se ne va
dopo aver pagato
alla cassa
chi se ne va
una volta fuori
diventa un’ombra
che si confonde
col buio
a uno a uno
escono tutti
e tutti
a uno a uno
si confondono
col buio
seduto nel buio
guardo l’interno della salumeria
dopo che tutti i clienti
sono spariti
e vedo il padrone in camice bianco
seduto alla cassa
fissare la cassa affranto
come se la cassa fosse
una cassa da morto
o la sua casa di scapolo
o una torta di mele
andata a male
e vedo anche l’impiegato
che pulisce curvo
i coltelli e l’affettatrice
che passa lo straccio
alla fine
sulla vetrina
dei formaggi e dei salumi
la fine non sarà subito
pensa
pulendosi le mani
dando le spalle
all’assenza del prossimo
e al buio
del mondo
al buio
mondo
di fuori
(da SESCION -7 siciliani – I Quaderni del Battello Ebbro, Macerata, 2013)