(capitolo ventottesimo) E GLI AVOCADO SPARIRONO NEL GIRO DI UNA NOTTE

Nel sistema casa ci sarà una perdita d’acqua. Il motorino attacca e stacca periodicamente. Il telefono fisso squilla. Alzo la cornetta. Sottofondo liquido, voce bassa, non comprendo. Riattacco. Il patio è completato. Tolta l’impalcatura, gli operai hanno pulito di fretta, l’intonaco è già incrinato e tra due giorni si sfalderà. Il nespolo è salvo, la soglia di marmo è rimasta staccata. Una famigliola di gechi, transita veloce esterno/interno, tenta di conquistare il soggiorno. Le imposte sono graffiate, i muri di casa segnati. Una lunga linea sporca corre dalla sala da pranzo sino all’ingresso. Come dire passa e spassa e per quanto possa servire, la mostrerò all’architetto. Giro per il giardino. Ordine apparente. Dietro i cespugli, in fondo, sono adagiati legni, tubi e materiale di scarto che non saranno mai recuperati e toccherà a me smaltirli o alla prossima impresa. Non sarà sufficiente innaffiare. Sarà mio compito lavare le foglie delle piante imbrattate dai calcinacci. Mi chino e sposto la grande foglia del filodendro e ancora un’altra foglia, dietro, nella terra, e quasi mimetizzata tra grumi di cemento ed erba secca, una carpetta di cartone marrone chiusa da un cordoncino elastico. Una carpetta da ufficio malandata. A parte i grani di calce rappresa la copertina è deformata e a tratti abrasa. La prendo con cautela. Sposto il cordoncino elastico ormai scarico. La apro. Contiene un album Fabriano A4 ruvido all’interno tre disegni a pennarello nero. Primo foglio. Un unico groviglio evidenzia figura femminile grande bocca orecchie e una figura maschile senza collo con occhiali capelli a spazzola dalla bocca un fumetto con scritta cancellata tranne i punti esclamativi. Secondo foglio. Una figura femminile inespressiva. Le braccia non hanno mani le gambe non hanno piedi il busto in evidenza nell’alone di uno schizzo umido virato turchese dalla sbavatura del tratto. Terzo foglio. Capelli ricci bocca piccola sorride grandi occhi in ovale punto ombelico e scarabocchio di lato faccia squadrata maschile inclinata. Steli d’erba dinanzi all’assenza dei piedi. I tre disegni sembrano tracciati dalla stessa mano. Qualcuno li ha nascosti in giardino. Oppure qualcuno avrà ritenuto non interessante il contenuto della carpetta e l’ha gettata via. Come i giornalini porno che il figlio dell’idraulico tirava via dalla finestra dopo l’uso. La richiudo. Una scritta sbiadita sul margine destro in basso del cartone: genio militare. Telefono all’idraulico per aggiustare il motorino dell’acqua.

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