Piove a pulviscolo che bagna tutta la giacca – però piano, che non sembri. Piove a scroscio che inzuppa fino alle mutande. Piove a vento, che riga il volto nemmeno le frustate. Nevica a fiocchi allegri innocenti e straniti – nevica a fiocchi idioti – che fanno grondaie alle estremità del testone. Grandina cattivo a cazzottoni da mezzo chilo a uovo. Ghiaccia la notte la brillantina che ti sei spiaccicato fra i capelli: un gelicidio.
L’inverno è questo avido bisogno di notte presto, per nascondersi: questa nostalgia della nevicata del cinquantasei.