Corri, corri sempre, dove vai?
Vado per la mia strada, gli dico io.
E qual è? mi chiede.
È una strada fitta fitta di cazzi miei.
Ah, meno male, dice lui. Pensavo andassi a fare in cu
non gli faccio neanche finire la frase che gli zompo addosso. La strada si ferma, tutti ci osservano. Osservano me e il mio Sé profondo che ci scotenniamo di botte. Ce ne diamo così tante che i chakra ci esplodono uno dopo l’altro, emettendo suoni che ricordano un qualcosa che adesso non mi ricordo come si chiama. E comunque sono suoni molto acuti, quasi struggenti.
Le volte in cui il Subconscio ci separa ce la caviamo con i classici ottanta/novanta punti di sutura, le altre invece – sono la maggior parte – lo spettacolo delle nostre viscere diventa l’attrazione del giorno.