Il momento cruciale del viaggio fu, tuttavia, quando Stephano Gotama e i suoi “chiamati” incontrarono presso il Trivio della Buona Ventura un flusso di gente che avanzava in direzione inversa alla loro. Era una una folla di emigranti, di cenciosi rifugiati, affamati e sradicati, di zingari e profughi dalle tante guerre e repressioni, carestie, catastrofi ambientali ed economiche che devastano i Terzi, Quarti e Quinti mondi del pianeta. I due convulsi cortei si specchiarono l’uno nell’altro e si intesero senza che ci fosse bisogno di profferire verbo. Comunicando a gesti, la processione dei nomadi dalle pelli scure fece sapere che si recavano a Nord, anzi al Nord di ogni Nord, lì dove era stato detto loro che c’era una terra ricca, bella e moderna, una vera Terra Promessa. Fu poi una donna nera avvolta in un lacero caftano che, su richiesta di Stephano, indicò ai ragazzi la via per il Sud di ogni Sud.