Chiudi gli occhi e dalla parete di legno della capanna ti compare quel chiarore della mattina, che già avevi dimenticato. Davanti a te le colline hanno già perso l’alone sfocato dell’alba e intorno è bianco lucido. Le gambe non danno l’impulso ad andare come allora, eppure sai che questo è il momento. Andrai giù al bivio, davanti alla piccola cappella e poi, hai bisogno di pensare dove.
Ti ricordi quando arrivasti due anni fa, c’era tutto da scoprire, le colline ti chiamavano. I muretti disegnavano il cammino, non c’era bisogno di pensare dove andare. Il rumore dei sandali muoveva la testa dei cani accucciati, dentro una finestra si appoggiava la schiena di un vecchio in canottiera che guardava dentro casa.
Il marciapiedi si interrompeva ogni tanto ai cancelli e agli scoli d’acqua della strada, in modo del tutto sorprendente, e induceva a non distrarsi nel cammino. Poi si interrompeva del tutto, poi ricominciava con uno stile diverso, raffinato, di certo costruito insieme con la casa che lì sorgeva.
ln altri punti il marciapiedi era omogeneo, continuava nello stesso modo tra una casa e l’altra. Quando eri stanco, al ritorno, questa continuità accompagnava meglio il cammino e la via scorreva senza fatica.
Allora pensavi: Tutto è importante e noi ne siamo testimoni. Pensavi alla forma delle ringhiere che seguivano la strada: com’erano diverse dal primo posto in cui ti avevano mandato, su al nord.