Non sto dalla parte del filosofo
cerebrale e agorafobico che collassa
sui propri medesimi, frusti filosofemi,
pensieri(ni) all’ennesima impotenza
sull’eclisse dell’umanistica civiltà
ovvero la negentropia dell’anthropos.
Però se c’era una gioventù ribelle,
una gioventù bruciata come guardare ora
ad una gioventù spaventata, inerte,
disorientata e bloccata? È bistorto, si sa,
ab ovo il tralcio di vite dell’umano,
non lo si può nel suo corso raddrizzare,
si può nondimeno nel fuoco battagliare,
prima di essere spenta cenere.