Vestita d’acero rosso
serbo le dita nelle tasche vuote
così per camminare a lungo
lungo la sponda d’arcaico fiume.
Mi cercano gli sbirri dell’amicizia
per atti di vandalo soqquadro
per urlo di dire che nonostante
siamo nati assassini comunque.
Qui dietro fatica il manovale
bello d’asola solare senza fidanza
reo del fato tranquillo di soccombere.
Addio amore la vaghezza è l’unica
cadenza di sembrare adatti
al passo illogico di ferire
per risse di continuo coma.