sono queste le giornate bianche
senza luci né forme. se uno avesse
un diario bianco le pagine disponibili
noi siamo altri di notte in cui non si danno
ma qui è grande il non vivere
ci iberna inerti, giro di ciechi.
ci scosta azzoppati ai bordi del corpo
mi assillano le tue rabbie futili
in certi giorni a voltarmi a guardarti
e non parole oppure parole non serve
né silenzi, bisogna aspettare. e quindi
tarda la lettera che dà respiro, così
l’esito incerto di guadagni e agonie
pretendo che tutto sia chiaro e chiuso
con me dentro il mondo che mi ripara
globo trasparente in sé mi sostiene
non è dunque bontà il mio desiderio del bene
paesi sparsi probabilità che si verifica
l’ordine come vorremmo, ma non siamo