fondo bianco erba rosso. solo quando il soggetto avrà percepito acusticamente l’altro indirizzargli, come un’eco, una parola che gli ritorna trasformata, rinvierà un’immagine riflessa che gli appartiene*.
non è mai ferma – un secondo inizio – ‘Untitled’ vs cominciamento
quando si riesce a sperimentare l’immaginazione delle immagini si avvicina l’invisibilità che riflessivamente fonda il passaggio
i sensi si ritirano progressivamente uno dentro l’altro – la possibilità di condividere/far svanire
l’immagine può apparire più ‘fisica’ perché richiede sempre più attenzione – si riempie di una profondità, su cui, inizialmente, si muove
il tutto -volendola così- intorno
a una striscia di periferia di, che non è quella della fotografia. trasmuta in tutta la sua lunghezza – marea parola su quella che ritorna – raffronto che conviene interno – spazio o luogo di sé – che ricorda la tattilità – segnato/ sensazione per cui ogni visto frantuma
al tocco si è prodotto un collage emozionante – onde portate, alberi taglienti, disgrafie
i sensi aprono consonanze intenzionali
metodi per metamorfosare il disegno lento dei piani unificando o rimuovendo la spaccatura se sanguina
può pronunciare “rosso”, sul fondo bianco dell’erba, e vederla apparire, magari un po’ in ritardo [con-sé] nella forma che tutti conosciamo Papaver rhoeas var. himerense °bianc° ostium secundum che si chiude col primo respiro
* ttps://serval.unil.ch/resource/serval:BIB_0626F5E8B0A3.P001/REF IL METODO PHOTOLANGAGE un dispositivo gruppale in psicoterapia e in ambito formativo, Giuseppe Lo Piccolo, Pietro Alfano, Claudine Vachere.