FRAMMENTO 7

Non voglio un vestito di larve. L’ago affonda nella carne, la trapassa da parte a parte.

Le città sembrano balene e le certezze sono racchiuse in pochi attimi.

La nostra è una complicità che esiste prima nel pensiero; non c’è bisogno di fare troppo rumore. Ti confesso una cosa nell’orecchio: un tempo sono stata una ragazza, una tigre, un uccello marino, una dea con mille mani e penetranti premure

 

 

 

 

 

Ogni anima ha un suo al di là personale, ha scritto Bachelard.

Il bosco silenzioso, il bosco muto e la neve anche allora intatta – un ricordo su una pagina casuale. Ma oggi è estate e la neve è la traccia di una stagione ormai lontana.

Interruzione. Le rotte marine e la quiete dei pesci. Forse un sogno?

Sono una bambina tutta labbra e scapole. È questo il tempo del dicibile di Rilke?

Quando parli non dici il nome delle cose, io penso al fuoco. Eppure non esiste una ragione lineare – – Dal grande al piccolo, come per gli animali, è la pelle.

Solo dopo, poi, la semina nel buio

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