Dal nasica mi distingue la mancanza di scaglie di pietra. Dal marà della Patagonia solo la mancanza del becco. Per il resto sono identico a ogni altro essere umano: quaglia, fagiano, beccaccino. Ogni giorno faccio otto passi concatenati, scivolo avanti, freno: pratico il Pugilato degli Artigli dell’Aquila. Quando dormo raramente sogno il salto di una tigre, il lato di un triangolo o il fiore di prugno. Perlopiù mi trovo sul ciglio di un terrazzo, ho cento e otto mani, in una stringo la sciabola delle sei scimmie, nell’altra la lancia delle primavere e degli autunni.