Anna che a venticinque anni riusciva a trascorrere intere giornate senza pensare a nulla, / epperò ogni tanto riusciva proprio a pensare il nulla, non come un mostro / ma come un enorme gattone di peluche / che era poi il doppio di se medesima…
Anna che a trentasette anni si fa vedere in giro sempre in tiro / e si confida con la sua più cara amica, una tipa brunona e ganza e formosa, / che non ha bisogno del reggiseno push-up per rimorchiare / e si presenta ammiccante dicendo: / mi piace mangiare, mi piace giocare, mi piace scopare…
Anna che a diciannove anni fa gli occhi dolci ad un professorino col nodo della cravatta storto / e gli occhiali da nerd che si occupa di teologia / e vorrebbe spiegare le prove dell’esistenza di Dio in S. Anselmo d’Aosta e San Tommaso / e si affanna a riferirsi “al XII libro della Metafisica di Aristotele e, in particolare, ai concetti di esistenza e ontologia”, / ma tutto ciò senza riuscire a chiarire quale fosse, tra intelletto e fede, la sua metodologia / davanti alle minigonne vertiginose delle studentesse…