Genbraio 1.5.
Già di per se procedere nell’acqua che ti arriva fin sopra i ginocchi non è per nulla facile. La cosa a lungo andare può risultare particolarmente stancante. Immaginate allora quanto può diventare avvilente se ad ogni passo si deve anche fare attenzione a non scivolare sui sassacci disseminati nel letto di questo infido torrente! Meno male che, di tanto in tanto, portato docilmente a spasso sulle mille carezzevoli ali di una tiepida brezza, un intenso odore di salsedine, oltre a pizzicarmi piacevolmente il naso, mi sprona ad andare avanti. E finalmente, superato un vasto acquitrino fitto di ninnaninnose canne ingiallitesi nell’afa estiva, le dune! Dopo ore ed ore di forzato ‘ammollo’, – ho addosso un impalpabile velo ialino d’acqua dolce che in corrispondenza dei polsi, delle caviglie e del collo s’impreziosisce di schiume bianchicce, immacolate – riguadagnare, proprio quando stavo ormai perdendone la speranza, l’asciutto, mi da emozioni paragonabili ad una ‘prima volta’ . Tanto che, sebbene ancora fortemente provato dalle recentissime disavventure e nonostante si sprofondi di continuo in queste incerte sabbie abbaianti mappate da indecifrabili rune, vagolo euforico tallonando goffamente i gialli cangianti di certe dune che muovendosi in continuazione rendono imperscrutabilmente inafferrabile il paesaggio. Ma un sole già alto, cocente, strapazza, ottenebra i miei sensi… e, di punto in bianco, là, sulla schiena curva di una duna a mezzaluna, tanto immensa da non poterla abbracciare interamente con un solo sguardo, appaiono, scompaiono e riappaiono, stagliandosi contro il cielo d’una luminosità davvero imbarazzante, tremolanti carovane… tre paia d’occhi cattivi mi fissano scintillando attraverso gli squarci sticchiuti creati ad hoc nelle morbide stoffe color indaco che li proteggono dai ghibli sferzanti: insolazioni da isolato cronico: macchìamenti solari: eritemi: sure… Rieccoli!!! …