Mi dicono che il batterista indossa quei pesanti strani occhiali che ti mettono gli oculisti quando ti visitano.
Non negarlo: il jazz si suona con gli occhi vedendo quello che c’è in sala e quello che c’è fuori, trapassando l’ombra, l’opaca calotta dei muri.
Il jazz si suona con le pupille bianche di chi dimentica ogni musica per poterla meglio ricordare.