Verrà un giorno in cui non servirà più dare un nome alle cose. Fatica inutile chiamarle, indicarle col dito. Non servirà neppure descriverle con complicati giri di parole, basterà molto meno. Le cose, a poco a poco, vanno scomparendo. Ieri sono scomparse le fragole, ma non se ne è accorto quasi nessuno. L’altro ieri le matite. Oggi perderemo di vista le galline con tutte le loro uova. Domani chissà. Le cose diventano via via sempre più labili e incerte. Indistinguibili. Verrà un giorno in cui smetteranno di girarci intorno come fastidiosi moscerini.
DOMANI CHISSÀ
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29
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n. 94
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