Infine l’occhio cadde.
Come tuorlo maturo lasciò il proprio guscio e precipitò nel tegame del mondo.
Con acqua e olio bollì, sfrigolò. Vapori, fumi, voci. Uno squittio, uno scoppiettio.
L’iride fritta fece contorno a un punto di pupilla barzotto, nudo di camicia.
La cornea rappresa fece crateri nel suo bianco. E fu subito luna.
Satellite con pianeta. Nessun riflesso.
E fu subito tutto chiaro.