Ematocrito (473 a.C. – ?) fu discepolo, in momenti diversi della propria vita, di Parmenide e di Leucippo. Dal primo apprese che l’essere è (e chi l’avrebbe detto? ndr) e non può essere altrimenti, che il nulla non è e che non si dà che qualcosa possa uscire dal nulla per entrare nell’essere e viceversa. In gioventù ebbe anche a dibattere con Melisso di Samo sulla forma dell’essere: per Parmenide una sfera, per Melisso un’infinità priva di limiti, per Ematocrito un cubo leggermente smussato negli spigoli. Da Leucippo e Democrito imparò invece che il mondo fisico è divisibile per molte volte finché non lo è più, quando non lo è più la parte trovata è un atomo, caratterizzato appunto dal non essere più divisibile, nel vuoto. Gli atomi si aggregano in qualche modo tra di loro per formare le cose e questo, più o meno, è tutto quello che c’è da sapere. La peculiarità di Ematocrito è quella di aver fatto dialogare perfettamente le due opposte visioni, sintetizzandole in una descrizione del mondo di rara eleganza proprio mentre i discepoli delle rispettive scuole si davano battaglia a suon di paradossi ed elucubrazioni. Sostenne infatti che tutto ciò che è, è un unico atomo indivisibile, eterno ed immobile, sospeso nel non essere, che non essendo tuttavia non è, tra le altre cose, nemmeno importante da approfondire come concetto. Con Zenone di Elea negava il movimento, ma giustificava la tesi dicendo che nulla può essere diviso poiché tutto è un tutt’uno denso. Gli aspetti variegati della realtà che tutti possiamo facilmente constatare non lo interessavano minimamente e, se incalzato sulla questione, finiva per corroborare le sue teorie stendendosi a terra immobile, senza parlare, rendendosi il più possibile indistinguibile dal terreno. Visse secondo un’etica coerente con i propri insegnamenti e si fece fermo, imperituro, perfettissimo tutto, parte di nulla se non che di sé stesso. Fu talmente coerente che, non essendo morto, non c’è spazio per lui nelle antologie e nei manuali, che come si sa trattano dei personaggi del passato che sono anche trapassati.
dal Manuale di filosofia fantastica (Link, 2022)