1
salgo con fianchi ondeggianti due gradini e mi irrigidisco nell’ombra tiepida dell’arco
mi nascondo con un occhio e con l’altro vado sistemando le pieghine della gonna e mi
guardo contemporaneamente le caviglie le scarpe ne approfitto e mi annaso il tepore
che sale dal petto cosi mi sposto soprattutto nei leggeri pantaloni di gabardine color
perla sbottono poi la giacca mormoro il nome di tatlin chiudo gli occhi accarezzo le
torri arcane che brillano contro questo lentissimo pomeriggio di studio delle relazioni
2
sotto l’arco del garage continuo a sentire gli spari che producono le foglie l’una contro
l’altra
3
il tramonto è ancora lontano immergo la faccia nel cemento fresco chiudendo gli
occhi e trattenendo il respiro nel ventre nella cassa toracica nelle biglie
4
siamo pronti a scattare ragazzo siamo piegati e pronti a scattare e tutti sulle gradinate
nella loro luce radente ci stanno osservando
5
ragazzo io sono costretto a starci e col naso in aria sillabando stupidamente il nome di
una signora
la signora si può anche chiamare nelly van doesburg
6
e in fondo questi quartieri nuovi vedi fanno esitare la crescita della città per cui se
gareggiamo assieme sappiamo che a noi non serve conoscerci e infatti non ci
conosciamo siamo indifferenti alla cara signora
7
ho attraversato la soglia che mi allontana dai gradini e le aiuole condominiali
vengono per ciò risucchiate negli arcani sfaccendamenti pomeridiani del quartiere e
tutte le terrazze brillano di velocità-per-altezza
8
sorridi porgi la sciarpa color tortora e dubiti del peso effettivo delle armi
nell’economia del vento che entra dalle finestre e io perciò imito il vento sorrido
anch’io e poi ti domando se piranesi ti piace e che cosa potremo far cene del ragazzo
strangolato che brucia nella cantina
9
mi tolgo le calze e le mutande e ti dico
‘non guardarmi’;
la mia funzione di cittadino è proprio questa escludere dai giochi ogni memoria di
arcani e se allora soltanto respiri i vetri delle finestre fondono le mura sono tende che
sbattono
anche tu visiti in silenzio i resti della villa
sacchetti di cellophan argento siringhe spor che tra i piedi
tra poco la villa chiude tra poco la mazza sfonderà ogni
disegno di Gaetano Testa