Occorrono generazioni e generazioni di maestranze capaci, esperte, finissime conoscitrici degli strumenti: falegnami, scalpellini, mosaicisti, fabbri, muratori, carpentieri, intonacatori, idraulici, vetrai – che è tutto un martellare, sminuzzare, mescolare, tracciare le sinopie, livellare, misurare perché la Basilica sorga.
Poi ci sono le storie di Giona e il mare-oceano e la nave che lo raccoglie dopo che il mostro l’ha sputato fuori da sé – una nave e l’Adriatico qui vicino, l’acqua di mare che impregna le fondamenta della Basilica, una terra bagnata di rotte e di storie, scritture che non conoscono confine tra mare e terra.
(Sappilo: treni, navi o mongolfiere, Aquileia si raggiunge col desiderio).