“Ce l’ha almeno cinque centimetri più lungo di quello di quel fango di Carlo. Oggi quasi trecento grammi in meno”, così nel diario di una ragazzina la ricerca di dio non ha speranza.
Tento di diventare dio ogni giorno.
Quando mi faccio la barba.
Circa 9000 giorni che tento di essere dio ogni mattina, davanti lo specchio, scoprendo ogni volta di riuscirci. 9000 sono pochi ma solo perché non faccio la barba ogni giorno. Il mio consistere e sussistere come divinità (un altro modo è quello di facitore di caffè) risiede nella eccellenza di goni rasoiata e nella perfetta memoria delle rasoiate ogni giorno accumulate. Può sembrare scontato: indipendentemente dalla volontà, ogni rasoiata non potrà mai essere la stessa. Ognuno di noi barboni non s’è fatto mai la barba allo stesso modo. Anche il più abitudinario. Però io, voglio dire questo: che ogni mattina, quando mi faccio la barba, non per caso ma per disegno divino, rasoio sulla mia faccia il volto unico e random di dio. L’esperienza e il successo, oggi, mi consentono di rasoiare i peli del naso anche con un ingombrante parabèllum, senza che lo stimatissimo pubblico se ne accorga.