il monte
si fa
peloso
*
dalla fiamma manutengola
si deposita per terra il mare
*
ancora pochi richiami
accurati
senza gli ordini
del giorno di sopra
*
fuori
ad aspettare
dopo
millenni
*
un fiore un buco
in una seriale
rarità concertata
*
una sera
per due
venuti
mangiati
facciamo noi
i piatti?
*
sospendere
ma il naso
fa specie se
bitorzoluto
*
l’onda col suo
insistere
mi sta cadendo
nel mezzo della
certezza distesa
*
parla del bere
dopo avere bevuto
tutto quello che
c’era da bere
*
ogni mattina
la musica
dell’erba
su per i trattini
*
arsura di pesce
e forza d’eco
chiazzano il cespuglio
con altre effigi
all’ombra del pelame
sciolgo le dita
*
hai la coscia
sui rami fioriti
parli e
vieni giù
acquoso paravento
dentro una trina
di perle rosa
è pioggia
che piove
nessi
*
pennacchio
biforcuto
strettamente
allungandoti
palpebre confuse
insonnia d’elefante
*
di fumo
di origine
animata
e del fumo
con blocco
di fumo
tra occhio
pirofila
e orizzonte
dietro
la scarpa
che scappa
*
sorridenti
da tutte le parti
della nuvola sopra l’erbario
da non potersi circoscrivere
dentro e lontano
*
ne arteria
ne fibra
piuttosto il nervo
prendi le tue cose
e smettila
*
con labbra di superficie
un alleluia al tramonto
i numeri hanno anche
a che fare
col passato remoto
*
fatta
conciliante
coli
distesa
con spelacchi
divarichi
con buco
centralizzato
coricata
nel fondo
della valle
e dietro
*
si muove
resistono
non si muovono
molto poi
finiscono
(disegno di Gaetano Testa)