La dame dans les mots de son chapeau
Entre les passages oubliés de la mémoire
cresceva di ventre e capelli, tra asole e bottoni, occhi forati per l’innesto di tempi e voci. Si alzava, imponente, legata da vocali di carne lasciate come scampoli di stoffa da chi aveva tagliato vesti su misura per poi far cadere il ditale, additando il vuoto oscuro, l’interno cavo smarginato, smangiato dal morso del grido beffardo e ingenuo ritrovato ad ogni puntura di spillo. Si girava, sinuosa e sibilante, nel boa di curve ripetute, anse di ansie, stirate con la miglior cura dal ferro intransigente e acuto, e poi sbordate nel lampo di forbice dell’ultima ora. Agghindava la danza con rituali di piume, vapori effimeri e gutturali, rigurgiti profondi risucchiati dal secchio del tintore per dar colore al pianto e fermare il bianco del silenzio.
In vetrina, il prezzo caduto rimaneva a saldo di un sordido mercanteggiare.